Analgesia indotta dalla vista del corpo: base neurale

                                                                                                                                           

 

SIMONE WERNER

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 03 marzo 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il contesto percettivo che deriva dalla vista del corpo può ridurre di intensità l’esperienza del dolore acuto, producendo una forma di analgesia multisensoriale. Il fenomeno è affascinante, ma ancora poco conosciuto. In particolare, non sono noti i processi e i meccanismi che consentono alla visione della superficie corporea di attivare o evocare risposte in grado di sopprimere, sia pure parzialmente, eventi fisiopatologici essenziali alla percezione del dolore. Allo scopo di investigare i correlati neurali dell’analgesia indotta visivamente, Matthew R. Longo e colleghi hanno impiegato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) ed hanno accertato che il processo non consiste in una semplice riduzione generale della risposta corticale come ipotizzato da alcuni (Longo M. R., et al. Linking Pain and the Body: Neural Correlates of Visually Induced Analgesia. The Journal of Neuroscience 32 (8): 2601-2607, 2012).

Gli autori hanno le seguenti provenienze: Department of Psychological Sciences, Birkbeck, University of London (UK); Institute of Cognitive Neuroscience, University College London (UK); Department of Neuroscience Physiology and Pharmacology, University College London (UK);  Dipartimento di Psicologia, Università di Milano-Bicocca (Italia).

In un gruppo di volontari è stato indotto dolore ad una mano mediante un laser ad infrarossi, in due diverse condizioni-saggio: guardando la propria mano sottoposta allo stimolo algico o dirigendo lo sguardo verso un diverso oggetto di osservazione.

I risultati comportamentali hanno confermato l’atteso effetto analgesico indotto dalla percezione visiva del proprio corpo, mentre i risultati della fMRI rivelavano un’associata riduzione dell’attività, indotta dal laser, nella corteccia somatosensoriale primaria ipsilaterale e nella corteccia opercolo-insulare controlaterale durante il setting visivo attivato dalla vista del corpo.

L’esame analitico dei reperti ha consentito agli autori di riconoscere due reti corticali note, attivate dalla stimolazione sensoriale: 1) un insieme di aree cerebrali coerentemente attivate da stimoli dolorosi (la cosiddetta pain matrix), 2) un esteso insieme di aree cerebrali posteriori attivate dalla percezione visiva del corpo (visual body network).

Le analisi di connettività via interazioni psicofisiologiche ha rivelato che il contesto visivo della vista del corpo aumentava l’efficacia della connettività (ad esempio, l’accoppiamento funzionale) fra i nodi parietali posteriori della rete del corpo visivo e le aree della pain matrix.

Un’accresciuta connettività con questi nodi parietali posteriori è stata rilevata per varie regioni correlate col dolore, fra cui l’area somatosensoriale secondaria, l’insula anteriore e posteriore e la corteccia cingolata anteriore.

Questi risultati suggeriscono che l’analgesia indotta visivamente non implica una complessiva riduzione della risposta corticale evocata dalla stimolazione dolorosa del laser, ma è la conseguenza fisiologica dell’interazione fra la rete cerebrale del dolore e la rete posteriore per la percezione del corpo, che realizza una modulazione dell’esperienza del dolore.

I risultati di questo studio indicano la direzione che dovranno prendere le ricerche future. Anche se la strada per giungere alla conoscenza dei processi e dei meccanismi molecolari è ancora lunga, questo primo passo compiuto mediante uno studio fMRI è stato di grande utilità per un inquadramento anatomico dei sistemi di neuroni all’origine dell’analgesia visiva e per una prima definizione concettuale del tipo di attività in gioco.

 

L’autore della nota invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Simone Werner

BM&L-03 marzo 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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