La nuova edizione dei Principles of Neural Science di Kandel, Schwartz, Jessell, Siegelbaum e Hudspeth

 

 

GIUSEPPE PERRELLA

(Trascrizione di Lorenzo L. Borgia)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 27 ottobre 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: TRASCRIZIONE DI UNA RELAZIONE ORALE]

 

Il presente testo è stato tratto dalla registrazione di una relazione tenuta sabato 27 ottobre 2012 dal Presidente della Società Nazionale di Neuroscienze, Giuseppe Perrella, che ha recensito per i soci la quinta edizione del testo, presentandone le caratteristiche generali e le principali novità, e poi soffermando l’attenzione su alcuni argomenti la cui trattazione nella IV edizione era stata oggetto di critiche anche severe da parte di qualche membro della Commissione Scientifica di BM&L. In una premessa alla relazione, il Presidente ha rivolto un particolare ringraziamento alla signora Ilaria Berti della Feltrinelli International di Firenze per l’impegno profuso nel seguire otto anni di rinvii editoriali e garantire la disponibilità del volume alla Società in anticipo sulla data di uscita ufficiale. A questa prima presentazione seguiranno recensioni critiche mirate su singoli oggetti della trattazione, tenute dai membri della nostra Commissione Scientifica.

 

(Prima Parte)

 

A dodici anni di distanza dalla precedente e otto anni dopo il primo annuncio della casa editrice, vede le stampe la nuova edizione, per la precisione la V, dei Principles of Neural Science di Kandel, Schwartz, Jessell, Siegelbaum e Hudspeth, che la sezione medica della McGraw Hill ha realizzato con apprezzabile cura editoriale. Se l’impiego del termine “evento” può essere consentito per riferirsi alla pubblicazione di un libro, in questo caso non mancano certo gli elementi materiali per una fondata giustificazione semantica.

Fin dalla prima edizione, data alle stampe nel 1981, gli autori erano ben consapevoli della difficoltà della sfida che accettavano nel rispondere alla pressante esigenza, nata nel mondo della ricerca e della didattica medico-scientifica, di poter disporre di uno strumento organico, affidabile ed aggiornato, utile tanto per l’insegnamento delle neuroscienze quanto come punto di partenza per l’avvio di nuovi studi specialistici e sperimentali. Ma questa volta sono intervenuti fatti imprevisti e gravi, la cui problematicità non appariva di facile soluzione.

Alla difficoltà intrinseca nella realizzazione di un’opera che raccolga e fissi in una istantanea virtuale, e materialmente impossibile, lo stato di avanzamento delle conoscenze originate dal flusso continuo, e spesso tanto copioso e rapido quanto di difficile interpretazione, di dati emergenti da ricerche in continua evoluzione, si sono aggiunti problemi apparentemente insormontabili, primo fra tutti la morte di James Harris Schwartz, l’autore che più degli altri aveva contribuito a definire il profilo culturale dell’opera, concependola come un’organizzata esposizione di “principi” desunti dalla ricerca e non come un nozionistico elenco di dati raccolti per definizioni corrispondenti ai capitoli di una sorta di “enciclopedia delle neuroscienze”. Ad Eric Kandel, primo ideatore del trattato, Schwartz, che aveva contribuito a migliorare la forma espositiva ed il lessico scientifico di tutta l’opera, conferendole omogeneità, coerenza ed efficacia didattica, appariva realmente insostituibile, a fronte di una mole notevole e crescente di nuovi dati, nuove idee, nuove metodologie e tecniche di studio, nuove terminologie e, soprattutto, nuovi autori.

La scomparsa di Jimmy Schwartz era avvenuta nel 2005, dopo il primo rinvio della pubblicazione della nuova edizione inizialmente prevista per il 2004, e in precedenza pianificata come un doveroso aggiornamento degli argomenti che erano andati incontro ai maggiori cambiamenti con le scoperte dell’ultimo lustro. Gli anni immediatamente successivi, oltre all’espansione letteralmente esplosiva di alcune branche delle neuroscienze, hanno visto anche il progressivo crescere ed estendersi dello scetticismo circa l’effettivo valore e la reale utilità di un’opera sostanzialmente neurobiologica nei contenuti, sebbene non specialistica, e nominalmente votata a coprire tutto lo spettro delle discipline neuroscientifiche. Un’assoluta novità nella sua originaria concezione risalente alla fine degli anni Settanta, quando non esistevano le neuroscienze come campo indipendente e, ad esempio, le limitate conoscenze di neurobiologia molecolare e di neurofisiologia appartenevano a mondi distinti e separati; soprattutto perché i confini disciplinari erano definiti più dalle metodologie di studio che dagli oggetti studiati. Ora, molti si chiedevano, non è una pretesa eccessiva proporre un singolo testo come riferimento unico di base per la “scienza neurale” che va dalla chimica dei cerebrosidi alla terapia delle malattie del cervello, in una realtà in cui, dalla neurochimica alle neuroscienze cognitive, dalla neurogenetica alla psiconeuroimmunologia, le singole branche di studio sono ormai rappresentate da società scientifiche e scuole universitarie in grado di garantire la periodica pubblicazione aggiornata di trattati, saggi e monografie di alto valore scientifico e qualità editoriale?

Voci di corridoio, diffuse nella comunità neuroscientifica e provenienti dalla stessa Columbia University, riferivano che, ormai, i Principles erano considerati da molti come un’esperienza del passato, non più proponibile con l’attuale sviluppo delle conoscenze e, per questo, non ci sarebbe stata una quinta edizione. A questa visione negativa faceva da contraltare l’accresciuto bisogno di un testo di base comune e aggiornato, da impiegare per stabilire e trasmettere nozioni e concetti dai quali prendere le mosse per lo studio specialistico e l’indagine sperimentale.

Nel corso di questi anni, la mia fiducia non è mai venuta meno del tutto e, pertanto, ho costantemente rinnovato l’incarico di monitorare lo stato dei lavori interrogando sia i colleghi della Columbia sia i responsabili della casa editrice. Naturalmente non ero certo che, nonostante quanto accadeva ed era accaduto, l’impresa editoriale sarebbe stata compiuta. Il dubbio ha preso maggiormente corpo nella mia mente, quando ho visto che Eric Kandel, dopo aver concentrato i suoi sforzi sulla pubblicazione di alcuni libri divulgativi sul lavoro che lo aveva portato a conseguire il Premio Nobel “per la Fisiologia o la Medicina” nel 2000, era divenuto la star televisiva di un programma il cui termine non era previsto a breve scadenza.

Un sintomo certamente preoccupante era dato dalla mancata risposta alle richieste di informazioni rivolte ai colleghi membri del board editoriale, e un pessimo “indice prognostico” era costituito dai rinvii della pubblicazione di sei mesi o di un anno intero, dopo date indicate per certe sul sito della casa editrice. Per questo motivo, ho dato un valore poco più che augurale all’ennesima recente comparsa del giorno di pubblicazione, seguita dal rinnovo della prenotazione per l’acquisto, ad otto anni di distanza dalla prima volta. Solo il 16 ottobre scorso, quando sono stato raggiunto dalla telefonata di Ilaria Berti che mi comunicava l’avvenuta consegna del volume, ho avuto la certezza che quanto avevamo letto sul sito della McGraw Hill fosse finalmente vero.

Prima di entrare nel vivo della recensione, che terrà conto dell’impronta conferita dalla personalità scientifica e culturale di Eric Kandel, evidente forse più che nelle precedenti edizioni, desidero proporre un sintetico sguardo d’insieme.

“Principles of Neural Science”, fifth edition, con un copyright del 2013, si presenta come un volume di 1760 pagine, con oltre 900 illustrazioni a colori, ottimamente rilegato, ripartito in 9 parti per un totale di 67 capitoli, più sei appendici ed un indice analitico, molto dettagliato, di 90 pagine. Gli autori sono 79 fra i massimi esperti degli argomenti trattati, ed includono Giacomo Rizzolatti, scopritore italiano dei neuroni specchio, e scienziati del calibro di Linda B. Buck, che conseguì il Premio Nobel nel 2004 con il suo maestro e amico di Kandel, Richard Axel, escluso un po’ a sorpresa dal board, nel quale figura anche la moglie e sua ex-allieva, Cornelia Bargmann.

Come nella precedente edizione, il volume riporta, sulle prime due pagine dopo il frontespizio, la seconda e la quarta colonna del papiro chirurgico ritrovato da Edwin Smith: un trattato medico egiziano datato intorno al XVII secolo a.C., dove compare in caratteri geroglifici ben 6 volte la parola “cervello”, su un totale di sole otto menzioni contenute nel complesso dei documenti che ci sono pervenuti dall’antico Egitto. Questa traccia, ritenuta la più antica testimonianza di una registrazione verbografica del concetto di cervello, insieme con una citazione attribuita ad Ippocrate, fu impiegata come esergo per scelta e volontà di James Schwartz.

Sulla copertina, una litografia di F. Schima tratta da un disegno di un ganglio spinale della lampreda Petromyzon, realizzato da Sigmund Freud per una pubblicazione neurobiologica di carattere prevalentemente anatomico-descrittivo, che il fondatore della psicoanalisi pubblicò nel 1878. Nelle intenzioni di Kandel la scelta è dichiaratamente simbolica: a un secolo di distanza dalla “scoperta dell’inconscio” da parte di Freud, lo studio scientifico della cognizione umana ha posto l’accento sull’importanza dei processi non coscienti alla base della percezione e dell’azione.

 

[continua]

 

Giuseppe Perrella

 (trascrizione di Lorenzo L. Borgia)

BM&L-27 ottobre 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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