Esercizio musicale come paradigma per studiare il cervello
ROBERTO COLONNA
NOTE
E NOTIZIE - Anno X – 10 novembre 2012.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli
oggetti di studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
L’apprendimento della teoria musicale e della tecnica strumentale, attraverso un corso di formazione e costanti sessioni di esercizio pratico, è emerso come un utile paradigma per l’indagine sui processi della plasticità legata all’esercizio nel cervello umano.
Imparare a suonare uno strumento musicale è un compito di elevata complessità che implica l’interazione di varie modalità e funzioni cognitive di alto grado, e che risulta in cambiamenti strutturali, funzionali e comportamentali in una scala temporale che va dai giorni agli anni.
Robert
Zatorre, uno dei massimi esperti di neurobiologia della musica, ha realizzato,
con Sybille C. Herholz del Montreal Neurological Institute della McGill
University (QC, Canada), una review
estremamente ricca e interessante (Paz
J. T., et al., Musical
Training as a Framework for Brain Plasticity: Behavior, Function, and Structure.
Neuron 76 (3), 486-502, 2012).
La provenienza degli autori dello
studio è la seguente: Department of Neurology and Neurological Sciences,
Stanford University (CA, USA); Department of Bioengineering, Stanford University School of
Medicine (CA, USA); Institut des Systemes Intelligents et de Robotique, CNRS,
Université Pierre et Marie Curie, Parigi (Francia).
I primi lavori condotti in questo campo erano incentrati sul confronto fra persone musicalmente esperte e principianti. Più di recente sono stati realizzati numerosi studi basati sulla formazione controllata, che hanno fornito una chiara evidenza sperimentale degli effetti dell’esercizio. Gli autori hanno particolarmente recensito ricerche volte ad indagare la plasticità cerebrale indotta dall’esercizio musicale, evidenziando patterns comuni e possibili meccanismi sottostanti tale plasticità. Un pregio della rassegna consiste nell’integrare questi studi con risultati e modelli dei meccanismi di plasticità tratti da altri domini.
L’autore della nota invita alla
lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle
“Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).