Amnesia globale transitoria e plesso corioideo

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 02 novembre 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

In molti casi di disfunzione del sistema glinfatico[1] si verifica un aumento di volume del plesso corioideo (ChP, da choroid plexus) e, dunque, ordinariamente un accrescimento dimensionale di questa formazione ventricolare si considera un segno di disfunzione glinfatica. Si è ipotizzato, in pazienti colpiti da amnesia globale temporanea, un ruolo di un’alterazione della funzione glinfatica, verosimilmente con incremento volumetrico del ChP.

Dong Ah Lee e colleghi hanno condotto uno studio basato su misure volumetriche del ChP in pazienti affetti da amnesia globale transitoria e sul confronto con i rilievi effettuati sul plesso di volontari sani fungenti da gruppo di controllo.

(Lee D. Ah et al., Coroid plexus volumes in patients with transient global amnesia: A retrospective study. Medicine (Baltimore) – Epub ahead of print doi: 10.1097/MD.0000000000040077, 2024).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurology, Haeundae Paik Hospital, Inje University College of Medicine, Busan (Repubblica di Corea); Department of Radiology, Haeundae Paik Hospital, Inje University College of Medicine, Busan (Repubblica di Corea); Department of Rehabilitation Medicine, Haeundae Paik Hospital, Inje University College of Medicine, Busan (Repubblica di Corea).

Dong Ah Lee e colleghi hanno reclutato, dopo la diagnosi di amnesia globale transitoria, 44 pazienti e li hanno posti a confronto con 47 volontari sani, equivalenti per età e sesso. Fra i pazienti amnesici, 38 avevano sofferto un solo episodio amnesico globale temporaneo e 6 erano di fatto affetti da uno stato caratterizzato da episodi ricorrenti.

Tutti i dati raccolti in questo studio sono stati poi organizzati e presentati seguendo le linee guida “STROBE” per la presentazione degli studi epidemiologici di osservazione. Per il lettore non esperto in questo campo, illustriamo qui di seguito in sintesi i principali aspetti metodologici.

Un observational study è un tipo di disegno per gli studi epidemiologici, che possono avere la forma di 1) coorte; 2) caso-controllo; 3) cross-sectional. Quando gli autori presentano studi di osservazione hanno bisogno di conoscere il modo più efficace e corretto di presentare i dati, e fornire al lettore le informazioni necessarie alle considerazioni critiche sulla ricerca. Per aiutare i ricercatori sono state definite delle linee-guida, dette Strengthening the Reporting of Observational studies in Epidemiology (STROBE): le linee-guida consistono in 22 voci di checklist che gli autori devono compilare prima di sottoporre il lavoro alla commissione di referees di una rivista scientifica.

Proseguiamo nell’esposizione sintetica dello studio qui recensito.

Tutti i partecipanti si sono sottoposti a sessioni specifiche di fMRI, che prevedevano scansioni tridimensionali T1-pesate (3D T1-weighted), molto importanti per lo studio volumetrico delle strutture encefaliche, che si riteneva potesse rilevare le conseguenze della disfunzione glinfatica. I ricercatori hanno analizzato e confrontato i volumi del ChP dei pazienti con amnesie transitorie con i volumi del ChP dei volontari sani, fungenti da gruppo di controllo; poi hanno indagato le possibili relazioni tra reperti morfologici e sintomatologia clinica dei pazienti.

Contrariamente alle attese, il volume corioideo non presentava una differenza marcata e significativa tra pazienti e volontari sani (2.140% contro 2.089%) e, inoltre, le dimensioni erano maggiori nei 6 pazienti che avevano sofferto un solo episodio di amnesia, che nei 38 con episodi ricorrenti. È emersa invece una correlazione positiva significativa tra volume ed età dei pazienti.

I dati consentono di affermare con certezza che il volume ChP non era associato alla durata dell’amnesia nei 44 pazienti. Soprattutto, i ricercatori non hanno trovato alterazioni o differenze tra sani e amnesici nella funzione del sistema glinfatico, come dimostrato dal volume ChP, per la prima volta. Infine, questo studio ha accertato una significativa relazione tra volume ChP ed età dei pazienti amnesici, suggerendo l’esistenza di una diretta influenza dell’invecchiamento sulla fisiologia del sistema glinfatico.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-02 novembre 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Il sistema glinfatico, nel sistema nervoso centrale, affianca quello linfatico nella funzione di rimozione di proteine extracellulari, fluidi in eccesso e prodotti di scarto provenienti dal metabolismo dei tessuti periferici. Il sistema glinfatico fu scoperto nel 2015 da Antoine Louveau e colleghi (v. Nature – Epub ahead of print doi: 10.1038/nature14432, 2015).