DOPING MEDIANTE PLACEBO

 

 

Il prodursi nel nostro organismo dell’azione di una sostanza che si ritiene di aver assunto, pur non avendola assunta, prende il nome di “effetto placebo”. Lo studio neurobiologico di questo fenomeno ha dimostrato che, in alcune condizioni, il suo sviluppo è mediato dal sistema di segnalazione oppioide (Note e Notizie 22-09-07 Il placebo agisce mediante il sistema oppioide).

Benedetti, Pollo e Colloca del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, si sono chiesti se è possibile realizzare un vero e proprio doping mediante placebo (Benedetti F., Pollo A. e Colloca L. Opioid-mediated placebo responses boost pain endurance and physical performance: is it doping in sport competition?  The Journal of Neuroscience 27 (44), 11934-11939, 2007).

Allo scopo di verificare questa possibilità, hanno allestito, con volontari adulti in buona salute, una condizione sperimentale che ricalcava lo schema di un allenamento seguito da una gara.

La fase precedente la competizione è stata articolata in due settimane di esercizio, in ciascuna delle quali è stata somministrata per via iniettiva una dose di morfina in grado di accrescere la tolleranza del dolore ischemico e migliorare le prestazioni. A una settimana di distanza, nel giorno i cui si simulava la competizione, l’iniezione di morfina è stata sostituita dal placebo, che si è rivelato efficace quanto il farmaco nell’indurre tolleranza al dolore.

Per verificare se l’effetto fosse stato mediato dal sistema delle molecole e dei recettori endorfinici, è stato somministrato l’antagonista oppioide naloxone, contemporaneamente al placebo. In tal modo si è avuta la soppressione dell’effetto e, dunque, la conferma che il doping simulato ha impiegato lo stesso sistema molecolare di quello vero.

Gli autori dello studio rilevano che i lunghi intervalli di tempo intercorrenti fra la somministrazione di morfina e il prodursi dell’effetto placebo, consentono applicazioni pratiche. Ad esempio, si può somministrare un farmaco oppioide durante l’allenamento e, dopo un intervallo libero, iniettare al suo posto un placebo nel giorno della gara.

Concludendo, gli autori si chiedono se un effetto placebo mediato da oppioidi si possa ritenere eticamente accettabile o non si debba considerare doping a tutti gli effetti.

A nostro avviso, in termini etici la questione non si pone neppure, ma anche da un punto di vista legale non sembra dare adito a molti dubbi in Italia, dove il magistrato non decide semplicemente in base alla sostanza assunta, ma fa riferimento al concetto di frode sportiva: nel caso in cui si pone in essere una procedura scientifica per ottenere artificialmente effetti che avvantaggiano un atleta, ci sembra evidente e conclamata la pianificazione di una frode.

 

Ludovica R. Poggi

BM&L-Dicembre 2007

www.brainmindlife.org