IL FIUTO PER IL PARTNER RICHIEDE GENI IMMUNI

 

 

Peptidi del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) sono riconosciuti da neuroni olfattivi e trasmettono informazioni impiegate per prendere decisioni nei comportamenti sociali, secondo quanto emerso da una ricerca condotta sui topi da Spehr e collaboratori (Essential role of the main olfactory system in social recognition of major histocompatibility complex peptide ligands. Journal of Neuroscience 26, 1961-1970, 2006).

Era già stato accertato che i geni dell’MHC nei vertebrati, oltre al ben noto ruolo in relazione alla risposta immune, sono in grado di influenzare funzioni governate dal sistema nervoso centrale, quali la scelta del partner per l’accoppiamento e vari aspetti del comportamento sociale, ma il lavoro del gruppo di Spehr ha identificato un processo ritenuto impossibile alla luce delle attuali conoscenze di fisiologia dell’olfatto, aprendo una nuova via per la ricerca.

Due strutture sensoriali, anatomicamente e fisiologicamente distinte, consentono ai topi e ad altri roditori di rilevare segnali chimici elaborando risposte specifiche: 1) l’epitelio olfattivo principale, equivalente alla regio olfactoria umana o epitelio dell’olfatto, contenente le cellule sensoriali specifiche e 2) l’organo vomero-nasale di Jacobson, in passato messo in relazione con la funzione gustativa e con quella del corpo pineale. Attualmente si ritiene che l’epitelio olfattivo sia in grado di rilevare solo molecole odorose volatili, mentre l’organo vomero-nasale risponda al contatto diretto con una fonte di segnali chimici socialmente rilevanti, effettuando una trasduzione per i sistemi neuronici encefalici cui è collegato.

Gli autori di questa ricerca hanno mostrato che durante situazioni di contatto fisico diretto, implicanti il leccarsi e l’annusarsi, molecole non volatili ottenevano accesso all’epitelio olfattivo principale. La registrazione di potenziali di campo locali ha mostrato una rilevante sensibilità per bassissimi livelli di peptidi non volatili dell’MHC, estesamente distribuita su tutta la superficie sensoriale della mucosa; negli esperimenti di controllo con peptidi mutati non si generavano risposte elettriche comparabili.

Gli esperimenti volti ad identificare il meccanismo molecolare alla base di questo processo, hanno rilevato la necessità di una segnalazione mediata dal cAMP perché i peptidi dell’MHC possano dar luogo ai potenziali di campo osservati.

Lo studio sui topi in vivo ha dimostrato il ruolo dei peptidi dell’istocompatibilità nelle scelte sessuali dei maschi. Annusando urine di femmine diverse i maschi esprimono preferenze ben definite: l’aggiunta di peptidi MHC si è rivelata in grado di determinare la scelta, inducendo a preferire anche femmine di una razza diversa. La preferenza influenzata dai peptidi non volatili si riscontrava anche nei maschi privati della funzione dell’organo vomero-nasale di Jacobson, confermando una mediazione pura da parte delle cellule olfattive primarie. La preferenza indotta dai peptidi non volatili non si manifestava nei maschi mancanti dei canali cationici olfattivi dipendenti dai nucleotidi ciclici. Ripetendo gli esperimenti secondo un “paradigma volatile” non è stato possibile influenzare le scelte dei topi, ottenendo un’ulteriore prova dell’identificazione di una nuova modalità di segnalazione nelle scelte sessuali e sociali.

 

L’autrice della nota ringrazia Isabella Floriani per la correzione della bozza.

 

Diane Richmond

BM&L-Aprile 2006

www.brainmindlife.org