LESIONI DEL MIDOLLO SPINALE: NUOVI PICCOLI PROGRESSI DELLA RICERCA 

 

 

La crescente disponibilità di topi geneticamente ingegnerizzati e di ceppi mutanti, insieme con il perfezionamento degli strumenti della biologia molecolare, ha accresciuto l’impiego di modelli sperimentali murini nella ricerca sulle lesioni del midollo spinale. Le complesse conseguenze patologiche delle lesioni midollari umane trovano in questi particolari animali da esperimento una schematica semplificazione che consente di cominciare a delineare alcuni meccanismi di base comuni.

Recentemente sono stati riportati numerosi dati ed osservazioni significative sui processi e sul ruolo svolto dalla rigenerazione, dalla risposta del sistema immunitario e dal recupero funzionale dopo un danno al midollo spinale in topi affetti da paraplegia incompleta,  Nogo-A, NgR, EphA4, GFAP/vimentime, LIF o Fas knock-out (P. A. Guertin, Paraplegic mice are leading to new advances in spinal cord injury research. Spinal Cord 43, 459-461, 2005). E’ stato anche trovato un nuovo anticorpo, chiamato CXCL10, in grado di aumentare l’angiogenesi e la quota di tessuto risparmiato dopo le lesioni del midollo spinale.

Nel tentativo di esplorare le possibilità di riattivare i neuroni risparmiati dalla lesione, al di sotto del livello del danno, i ricercatori hanno trovato che l’attivazione farmacologica di specifici sottotipi di recettori serotoninergici, quali i 5-HT1A, i 5-HT2A, i 5-HT7, può sostenere la produzione di movimenti di base, simili a quelli richiesti per la locomozione, in topi con paraplegia totale.

 

BM&L-Settembre 2005

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