HAROLD PINTER E’ IL
PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2005
Il realismo
psicologico del teatro di Pinter degli esordi e della prima parte della sua
produzione artistica, non può essere ignorato da chi si pone interrogativi
profondi sull’esperienza umana e sui rapporti fra l’interiorità vissuta e le
forme della relazione sociale. Non di rado la ricerca in ambito psicologico di
BM&L ha impiegato testi di questo celebre drammaturgo britannico come
oggetto di studio.
L’annuncio
ufficiale della commissione recita: “Il premio Nobel per la Letteratura va ad
Harold Pinter che nei sui lavori scopre il baratro sotto la banalità quotidiana
e spinge nei luoghi impenetrabili dell’oppressione”.
Drammaturgo,
commediografo, autore di poesie, copioni e sceneggiature per la televisione ed
il cinema, Pinter nacque nel 1930 nella borgata londinese di Hakney da un sarto
ebreo. L’esperienza dell’anti-semitismo, come egli stesso ha più volte
affermato, lo indusse ad abbandonare la carriera di attore iniziata in età
precocissima (interpretò Romeo e Macbeth) per quella di drammaturgo. Nel 1950
pubblicò le sue prime poesie e a 27 anni debuttò come drammaturgo con tre
lavori: La stanza, La festa di compleanno e Il cameriere muto.
Fra questi, La festa di compleanno (The Birthday Party) viene
spesso citata come il fiasco più clamoroso della storia del teatro: un destino
spesso riservato alle grandi opere, basti pensare alle critiche che sommersero
la prima uscita dell’Ulisse di Joyce. Oggi The Birthday Party è uno dei
testi teatrali più rappresentati al mondo.
Uno straordinario
merito di Pinter è stato quello di riportare il teatro alla semplice ed
essenziale profondità degli inizi, sfrondando la scena del teatrale di
maniera e centrando l’attenzione sulla psicologia del dialogo, rivelando il
gioco sottile e spesso inconsapevole di dominio e sottomissione che si nasconde
nelle scelte obbligate del lessico quotidiano. La volatilità e manipolabilità
del passato, come mostruosità del presente, costituisce un altro tema
magistralmente svolto nei suoi lavori.
Inizialmente,
critici un po’ superficiali avevano classificato il teatro di Pinker fra le
varianti del “teatro dell’assurdo”, non percependo che quell’assurdo che essi
vedevano non era altro che la realtà quotidiana, privata della cornice di
ordinari paradossi che siamo abituati ad accettare. Questa accettazione
nasconde ai nostri occhi l’improponibilità, l’illogicità, l’iniquità del fatto
e dell’evento stesso fintanto che non ne siamo protagonisti e, magari, vittime.
Il teatro di Pinter mira a generare un’identificazione con i protagonisti che
induca ad entrare nella paradossalità del reale e a generare, mediante una
particolare atmosfera che sfrutta ogni elemento di scena, un’esperienza che ha
dato luogo alla creazione di uno specifico neologismo: “pinteresco”.
Questa fase della
sua opera viene spesso definita “periodo del realismo psicologico”, in
contrapposizione agli ultimi sviluppi, caratterizzati dalla descrizione spesso
poetica di stati d’animo e sentimenti, cui si è dato il nome di “periodo
lirico”.
La sua copiosa
opera di autore televisivo e cinematografico include la sceneggiatura del film
“La donna del tenente francese” che gli valse anche un premio italiano, il
“David di Donatello” nel 1982.
Harold Pinter è
da molti anni una celebrità il cui talento, universalmente riconosciuto, lo ha
fatto includere fra i “classici moderni”, ed il suo nome è noto in tutto il
mondo, oltre che per la sua produzione artistica, per il suo impegno sociale in
favore dei diritti umani.