QUANTO E’ VELOCE UNA SINAPSI E COSA INFLUENZA LA VELOCITA’

 

 

Tutto l’apparato di trasmissione sinaptica è come un complesso congegno progettato per funzionare a velocità vertiginose, infatti:

1) il meccanismo di fusione delle vescicole sinaptiche risponde solo ad alti ma brevissimi incrementi del Ca2+ citosolico che si verificano all’imbocco dei canali del Ca;

2) i messaggeri chimici devono avere bassa affinità per esercitare un velocissimo “on-off” basato su una rapida reversione degli effetti;

3) i recettori ionotropici sono attivati solo da un’altissima concentrazione di trasmettitore per un tempo brevissimo nella fessura sinaptica;

4) il rapido decadimento spaziale e temporale della concentrazione extracellulare dei neurotrasmettitori rende possibile solo l’impiego di molecole “veloci” per la trasmissione.

L’alta efficienza di questi processi veloci determina l’altissima frequenza di scarica tonica da cui dipende anche l’attivazione dei recettori metabotropici che mediano la modulazione lenta; ma, soprattutto, consentono processi di segnalazione la cui durata è nell’ordine dei submillisecondi.

Durante lo svolgimento delle attività della vita di tutti i giorni, la frequenza di scarica dei nostri terminali presenta aspetti imprevedibili ed incomprensibili sulla base delle conoscenze attuali. Ad esempio nel tuo cervello, mentre leggi questa nota, molti tipi neuronali scaricano ad alta frequenza in forma di vere e proprie raffiche e poi, d’improvviso, cessano diventando silenti mentre tu prosegui nella lettura senza che sia cambiato apparentemente nulla. Un cambiamento del genere -come mille altri simili- è possibile grazie a una variazione di assetto e forza della sinapsi, fenomeno definito plasticità di breve termine, che costituisce un campo di studi vasto e affascinante.

Questi pochi dati sono sufficienti per rendersi conto del rilievo dei parametri temporali nella fisiologia sinaptica.

Ai corsi di neuroscienze, negli USA, solo da pochi anni si dà importanza al fattore tempo nella comunicazione fra neuroni, conferendo agli allievi un criterio ed una prospettiva in più per giudicare tutti i fenomeni che dipendono dalla neurotrasmissione.

In Italia, probabilmente anche perché i neuroscienziati in senso stretto sono pochi e solo una parte di essi ha incarichi didattici di ruolo nelle Università, le scuole mediche e biologiche propongono ancora, nell’insegnamento scientifico di base del sistema nervoso, un’immagine statica delle sinapsi.  

Questo problema sicuramente non riguarda il Dipartimento di Neurobiologia della Johns Hopkins Medical School di Baltimore, nel Maryland, dove insegna Dwight Bergles, uno dei massimi esperti in questo campo (dbergles@jhmi.edu). Vediamo un interessante sviluppo delle sue ricerche.

Le correnti sinaptiche diventano più rapide col passare del tempo, per questo un interrogativo chiave nello sviluppo e nell’invecchiamento delle sinapsi, e conseguentemente di tutte le funzioni dell’organismo che dipendono dal sistema nervoso, è costituito dalla comprensione dei processi che determinano l’accelerazione.

Una questione a lungo dibattuta e controversa riguarda la priorità nel determinare l’aumento di velocità: è più importante il compartimento pre-sinaptico o quello dei recettori post-sinaptici?

Un nuovo studio (Dwight E. Bergles, Shape-shifting at a cerebellar synapse allows submillisecond signaling. Nature Neuroscience 8, 1279-1281, 2005) condotto con l’impiego della microscopia elettronica, delle tecniche di fisiologia e del modelling, ha mostrato che il progressivo aumento di velocità delle correnti sinaptiche mediate dai recettori AMPA durante lo sviluppo, deriva da modificazioni della struttura del terminale sinaptico piuttosto che dalla composizione dei recettori post-sinaptici.

 

 Nicole Cardon

BM&L-Ottobre 2005

www.brainmindlife.org