VISIONE
NELL’ULTRAVIOLETTO: RICONOSCIUTA LA BASE MOLECOLARE
E’ veramente interessante che la base molecolare per la
visione nello spettro dell’ultravioletto (UV) dipenda dalla differenza di un
solo amminoacido in un tipo di rodopsina, la proteina fondamentale per i
processi visivi.
Il polimorfismo per un solo amminoacido della rodopsina
sensibile al blu, consistente nella sostituzione con una lisina di una molecola
di glutammato o di asparagina, permette di vedere le frequenze
elettromagnetiche nel range UV, cui l’occhio umano è cieco. Si noti che la
stessa definizione di luce, in fisica, si basa su caratteristiche biologiche: si
definisce luce la radiazione percepita dall’occhio. Alla luce delle
conoscenze attuali si dovrebbe restringere il concetto alle caratteristiche
molecolari delle proteine sensibili che vincolano le risposte del complesso
apparato recettoriale-cognitivo alla base della visione.
Il gruppo di ricerca di Salcedo (Molecular basis for ultraviolet vision in invertebrates, J.
Neuroscience 23, 10873-10878, 2003),
che ha dimostrato la sostituzione puntiforme nella rodopsina sensibile al blu,
nota che lo stesso polimorfismo si rinviene sia negli uccelli che negli
invertebrati, ma non in altri animali, suggerendo che la percezione visiva dell’UV
sia sorta in forma indipendente nel corso dell’evoluzione, sia pure con lo
stesso meccanismo molecolare negli uccelli e negli insetti.