TOLLERANZA. Una disposizione mentale alla tolleranza, in materia di stile di vita, credo religioso o convincimenti morali, è senz’altro desiderabile e, frequentemente, ci appare come un’espressione evoluta della civiltà di un popolo. Non si può applicare alle regole della logica, della matematica, così come al sapere scientifico che interpreta la realtà materiale e fenomenica sulla base del metodo sperimentale. La conoscenza scientifica si basa sulla dicotomia giusto-sbagliato: un triangolo non è un quadrato, tre più due non può fare anche sei o quattro per tolleranza, così come un asino non sarà mai un cavallo. SUPERSTIZIONE. Alla radice di ogni superstizione si può rinvenire un nesso di causalità arbitrario. Poiché la superstizione non è il prodotto critico di un processo logico-empirico, un’altra sua frequente caratteristica è la staticità. In genere il soggetto che la adotta, per effetto di suggestione, la assume come un’evidenza e, come tale, la trasmette. In tal modo si crea una sorta di cristallizzazione che preserva forme ed oggetti del pensiero attraverso i secoli. Questo ha reso da sempre la superstizione, come parte del pensiero magico, estremamente interessante per gli antropologi e gli etnologi. Infatti, oltre a ravvisare similitudini fra le credenze superstiziose e il pensiero di soggetti affetti da psiconevrosi ossessiva o da altri disturbi mentali quali vengono descritti dalla psicoanalisi, è possibile reperire nella superstizione vestigia della storia antropologica di un popolo. VOGLIA di fragole o di vino? Angioma piano. E’ nota l’antichissima credenza popolare secondo cui quegli stessi desideri che ciascuno dovrebbe reprimere come “peccati di gola”, quando insorgono in una donna gravida devono essere prontamente soddisfatti: pena la nascita di un bimbo con macchie del colore dell’oggetto del desiderio. Ma, guarda caso, l’uva, le fragole e il vino sono fra i pochi in grado di lasciare tracce. Infatti, si tratta di neoformazioni costituite da strutture vascolari contenenti sangue più o meno saturo di ossigeno, da cui il colore. Esistono varie classificazioni degli angiomi cutanei, per semplicità ci riferiamo a quella che distingue tre classi per morfologia: piani, tuberosi, cavernosi. L’angioma non rilevato, di colore rossastro o viola vinoso, che come un’antiestetica macchia copre parte del viso e viene chiamato “voglia d’uva” se conformato come un grappolo o “voglia di fragole” se più rosso e granuloso, prende il nome di angioma piano figurato laterale. La distinzione in base alla sede non è banale, infatti gli angiomi del neonato presenti sul viso o sulla nuca in prossimità del centro, ovvero in posizione mediana, sono in genere più piccoli, rosacei e regrediscono spontaneamente fino a scomparire. Ritenere queste macchie delle voglie -secondo la definizione popolare italiana- può ritardare l’approfondimento diagnostico, sussistendo il rischio che siano parte di una sindrome di Sturge-Weber-Krabbe o, quando sono estesi su un arto, la possibilità di una sindrome di Klippel-Trenaunay che richiede uno studio radiologico ed angiografico. E le macchie caffè-latte? No, non si tratta di voglia di cappuccino, di cioccolato o di caffè. Oltre che aree di pigmentazione anomala senza significato patologico, possono essere segno di una facomatosi o neuroectodermosi, malattie genetiche dalla prognosi spesso grave. Questa bizzarra credenza popolare, oltre che in molte regioni d’Europa, sopravvive in Medio Oriente, dove sembra avere radici antichissime, tanto che alcuni hanno ipotizzato che abbia avuto origine proprio in quell’area. FARMACO. Si dà questo nome ad ogni sostanza chimica in grado di produrre una o più variazioni funzionali misurabili in un organismo vivente. Questo concetto, che copre uno spettro molto ampio, corrisponde al termine inglese drug. Il vocabolo italiano droga, nell’antica farmacopea, si riferiva al corpo vegetale intero da cui si estraevano i principi attivi e, per estensione, anche a forme provenienti dal regno minerale. Il concetto di farmaco (drug) non deve essere confuso con quello di medicamento. Per medicamento si intende quella dose di farmaco che risulta di giovamento all’organismo ammalato. La dose rimane un riferimento imprescindibile, come già aveva intuito Teofrasto Bombasto Paracelso -egli stesso aveva così italianizzato il suo nome- il quale diceva che ogni cosa può essere un veleno: è la dose che determina questa proprietà. Infatti, secondo la moderna tossicologia si dà il nome di tossico o veleno a quelle dosi di farmaco che risultano dannose per l’organismo, potendo produrre uno stato morboso definito intossicazione o avvelenamento. I farmaci provengono dal regno vegetale, dal regno minerale, dal regno animale e dalla sintesi chimica. SOSTANZA NERA. o Substantia Nigra di Soemmering. E' un agglomerato di neuroni che costituisce uno dei più voluminosi nuclei pari del Mesencefalo. A sua volta il Mesencefalo è una delle tre parti in cui si divide il Tronco Encefalico o Brain Stem, struttura che congiunge il Midollo spinale con il Cervello. Dal basso verso l'alto il Tronco Encefalico è costituito da Bulbo, Ponte e Mesencefalo. La sostanza nera, nelle sezioni trasverse, è una striscia scura, nerastra, un po' più larga nel mezzo che alle estremità, cui Soemmering aveva dato il nome di locus niger e l'International Anatomical Nomenclature Committee ha definito in latino Substantia Nigra. Divide il peduncolo cerebrale in una parte ventrale, detta "piede", ed una parte dorsale, detta "tegmento". Longitudinalmente appare come una colonna allungata, estesa lungo tutto il Mesencefalo fin sotto il nucleo del Diencefalo noto come corpo Luys. E' formata da corpi cellulari e fibre nervose, che costituiscono rispettivamente la parte compatta e quella reticolata. Molti neuroni della Sostanza Nera sono dopaminergici, ossia impiegano la dopamina come neurotrasmettitore; i terminali di queste cellule giungono ai nuclei della base, in particolare al Corpo Striato . E' questa componente della Sostanza Nera che si distrugge nel corso della malattia di Parkinson.
NUCLEI DELLA BASE
detti anche Nuclei Grigi Centrali o Corpi Opto-striati,
impropriamente detti Gangli della Base, perchè derivati da
una struttura embrionaria detta "ganglio basale". Sono nuclei del
Telencefalo, una delle due parti che costituisce il Cervello
(Diencefalo e Telencefalo) e comprendono il Caudato, il
Lenticolare -distinto in Putamen e Globus Pallidus- il
Claustro e l'Amigdala. Non da tutti gli autori l'Amigdala,
situata profondamente nella regione dorso-mediale del Lobo
Temporale, viene inclusa fra i Nuclei della Base, alcuni,
infatti, per motivi fisiologici la descrivono con il
Lobo Limbico
.
Il Talamo, grosso nucleo situato vicino
a Caudato e Lenticolare, fa parte del Diencefalo e non dei
Nuclei della Base. Lenticolare e Caudato insieme costituiscono il
Corpo Striato
.
MANIA Si definisce Mania uno stato di sovreccitazione delle funzioni psichiche caratterizzato dall'esaltazione del tono dell'umore e da un'eccessiva attivazione delle pulsioni istintivo-affettive. L'impiego eccessivo e disordinato di energia si manifesta con accelerazione del pensiero (tachipsichismo), della parola (tachilalia), della frequenza dell'attività motoria spontanea, e sovente delle funzioni neurovegetative. Il maniaco non è una persona che presenta un comportamento deviante per alcuni aspetti, infatti l'espressione "maniaco sessuale" di uso comune e giornalistico è erronea, in quel caso in psichiatria si parla di psicopatie, per cui l'esatta definizione è "psicopatico sessuale". Il maniaco è una persona affetta da una psicosi che lo porta ad una ideazione rapida con associazioni superficiali, che può giungere fino alla fuga di idee, con difficoltà al mantenimento dell'attenzione eterodiretta ed una accentuazione di ogni espressione caratteristica della persona che lo fa apparire, talvolta, come una caricatura di se stesso. |
CORPO STRIATO.
E' costituito dal Nucleo Caudato (una struttura incurvata come una
virgola, simile ad un embrio ne dal corpo sottile, con una testa,
un corpo e una coda) e dal Nucleo Lenticolare, così detto
perchè ha la forma di una lente biconvessa,
che in sezioni frontali appare come un cuneo. Il Lenticolare è
costituito dal Putamen e dal Pallido, che corrispondono
rispettivamente alla porzione laterale ed a quella mediale. Il
Pallido detto anche Globus Pallidus è a sua volta ripartito in una parte laterale ed una
mediale. Il nome di Corpo Striato, dato dagli antichi anatomici,
deriva dal fatto che la struttura non ha una costituzione omogenea.
Infatti è attraversata dalla capsula interna che manda nel suo
spessore delle lamine di assoni mielinizzati che lo dividono
in strati facendolo apparire, appunto, striato.
Il Corpo Striato fa parte dei Nuclei della Base del Cervello (v.)
CLONAZIONE TERAPEUTICA.
Espressione impropria per definire il Somatic Cell
Nuclear Transfer o Trasferimento Nucleare.
CLONAZIONE.
Questo termine era originariamente impiegato per riferirsi alla
riproduzione non sessuata, per divisione di un organismo semplice
come una cellula batterica, che genera copie esatte dell'elemento
di partenza. In Biologia vegetale il termine ha una lunga ed
antica tradizione che risale alla botanica empirica. Fin dagli
anni Sessanta gli studi sulla differenziazione cellulare e quelli
immunologici hanno diffuso espressioni come
sviluppo clonale e selezione clonale. Entrambi i
concetti possono essere bene illustrati
dalla differenziazione dei linfociti B da cellule staminali
multipotenti a cellule pienamente mature capaci di produrre
anticorpi, in quanto rappresentano due stadi di questa evoluzione.
Nello sviluppo clonale le cellule staminali vanno incontro ad una
sequenza programmata di differenziazione all'interno degli organi
linfoidi primari per diventare linfociti immunocompetenti che
esprimono anticorpi sulla loro superficie. Nella selezione
clonale indotta dall'antigene si ha la differenziazione
dei linfociti B in plasmacellule mature che producono l'anticorpo
desiderato o nei "linfociti a memoria". La clonazione naturale,
in entrambi i casi, equivale ad un meccanismo di espansione
morfologica ed amplificazione funzionale di un elemento
ottimale, in seno ad un organismo pluricellulare, ma rimane
simile alla modalità con la quale avviene la riproduzione
asessuata per scissione degli organismi unicellulari.
Per estensione, il termine clonazione si è applicato ad ogni
operazione che portasse alla replica esatta di un elemento
biologico di partenza, pertanto si parla di clonazione
di una proteina, di un gene, ecc.
Contrariamente a quanto si sente spesso affermare di recente,
gli esperimenti volti ad ottenere, in organismi a riproduzione
sessuata, nuovi esemplari tentando la fecondazione di cellule
somatiche poco differenziate dello stesso individuo come per
clonarlo, non sono iniziati negli anni Ottanta. Già negli
anni Sessanta furono fatti numerosi tentativi. Migliaia di studenti
delle Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Scienze
Biologiche negli anni Settanta hanno avuto nei loro programmi d'esame
di biologia la "rana clonata", ossia gli esperimenti di fecondazione di cellule staminali prelevate in genere dall'intestino di anfibi adulti, con lo sviluppo di nuovi esemplari che non raggiungevano la piena maturazione.
LOBO LIMBICO.
E' costituito dal Giro del Cingolo o Circonvoluzione del Corpo Calloso
e dal Giro Paraippocampico o Circonvoluzione dell'Ippocampo.
La prima descrizione risale a Paul Broca, che lo paragonò ad una
racchetta per la sua forma piatta ed ovale con il tratto olfattivo
a fare da manico. Lo si vede bene nelle sezioni mediane del cervello,
osservando ciascun emisfero dalla faccia mediale, dove è possibile
riconoscere la sua separazione dal resto dell'encefalo data dalla
scissura limbica distinta in solco di Eberstaller, solco
sotto-frontale, solco sotto-parietale e segmento rinico del
solco calcarino, oltre la fessura rinica. Alle due circonvoluzioni
principali che lo costituiscono, si associano formazioni
dell'archipallio -ossia della parte filogeneticamente più
primitiva del manto cerebrale- che sono in diretta continuità.
A tutto il complesso di queste formazioni, che includono il
Corno d'Ammone, la Benderella dell'Uncus e varie altre strutture,
Broca aveva dato il nome di Grande Lobo Limbico o Giro Fornicato.
Sebbene la fisiologia attualmente rifugga le schematizzazioni
localizzatrici delle funzioni cerebrali, si possono considerare
i circuiti neuronici limbici come base biologica della vita
emozionale ed affettiva sia nel rapporto con funzioni plasmate
dagli apprendimenti neoecefalici, sia nel rapporto con le
attività "istintive" specie-specifiche, direttamente connesse
con gli automatismi viscerali controllati dall'Ipotalamo e dai
centri del Tronco Encefalico. Il lobo limbico negli animali
macrosmatici, collegando l'amigdala sita nel Lobo Temporale
con i centri dell'olfatto, è appendice del Rinencefalo; nella
nostra specie ha assunto, invece, un'importanza preminente per
le funzioni di memoria e di apprendimento. Il criterio anatomico
che ci porta ad individuare questa formazione, intercetta
complesse vie in grado di partecipare all'apprendimento emozionale
ed all'evocazione di memorie su una base molto più estesa e
meno differenziata di quella cognitiva.
Broca aveva creduto che il Lobo Limbico fosse la parte più interna
del pallium o manto del cervello, ossia il
"lembo della corteccia cerebrale", da cui il nome, ma si sbagliava.
Le formazioni più interne scoperte successivamente, dal 1923
in avanti, seguendo Mutel, si indicano con il nome di
Lembo Corticale Secondario. Ad alcune di queste formazioni
si fa riferimento nella voce
"Corpo Calloso"
.
TAENIA TECTA.
Corrisponde alla stria longitudinale laterale del Corpo Calloso.
INSULA.
E' un'area della corteccia situata profondamente nella fossa
laterale del cervello, così definita perché un solco la circonda
come un'isola (Insula di Reil). Topograficamente al di sotto
dell'Insula o Lobo dell'Insula, come la si chiamava anticamente,
si trovano il Claustro ed il Corpo Striato
(vedi
"Nuclei della Base"
)
CORPO CALLOSO. E' una grossa struttura di sostanza bianca posta trasversalmente fra i due emisferi cerebrali di cui costituisce il principale sistema associativo. Presente solo nei mammiferi, si situa in fondo alla fessura longitudinale del cervello sopra i ventricoli laterali e nella specie umana si presenta come una spessa lamina di forma allungata, di 7-8 centimetri di lunghezza, due di larghezza, e di spessore variabile da 15 a 18 millimetri. Si distingue un'estremità posteriore, voluminosa e arrotondata detta splenio, un tronco ed una parte anteriore più piccola detta ginocchio che termina con un'estremità affilata, il rostro. Lungo il corpo calloso si estendono due strie longitudinali mediali o Nervi di Lancisi e due strie longitudinali laterali coperte dal giro del cingolo. Le strie mediali e quelle laterali sono unite da un sottile velo di sostanza grigia detto Indusium Griseum. L'arteria del corpo calloso e l'arteria sopracallosa provengono dall'arteria cerebrale anteriore. L'agenesia, più spesso dei due terzi del corpo calloso e raramente totale, si accompagna a deficit cognitivo. |