ASSOLTO PIERO ANGELA, CONDANNATA L’OMEOPATIA

 

 

Il Giudice Cinzia Sgrò, della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catania, ha depositato la sentenza di assoluzione per l’imputato Piero Angela, denunciato dal presidente della Società italiana di omeopatia per una puntata della trasmissione televisiva “Superquark” del luglio 2000, in cui si diceva semplicemente il vero su questa pratica derivata dalla magia simpatetica.

L’accusa grottesca e paradossale -come vedremo più avanti- di diffamazione, ha condotto in tribunale il noto giornalista scientifico televisivo, che ha dovuto sopportare oltre tre anni e mezzo di procedimento giudiziario, fornire consulenze tecniche di parte e subire -lui si- una sorta di diffamazione dovuta al sospetto che avesse compiuto qualcosa di illegale nel trasmettere dati di conoscenza oggettiva.

E’ interessante leggere il dispositivo della sentenza, in cui il giudice afferma che il servizio televisivo incriminato “fotografava una realtà perfettamente corrispondente al vero” e, sostenendo che l’omeopatia non ha fondamento scientifico e che farvi ricorso può essere rischioso, diceva la pura verità.

La dottoressa Sgrò ha anche voluto sottolineare gli aspetti “giuridicamente bizzarri” che hanno condotto Piero Angela al giudizio, ricordando che gli estremi del reato di diffamazione prevedono che l’offeso sia una persona ben individuabile, mentre in questo caso si è proceduto nonostante il soggetto passivo sia “un’astratta entità: l’omeopatia, priva in quanto concetto della capacità di offendersi”. Ancora, si legge che nella completa assenza di prove scientifiche a sostegno di questa pratica, l’omeopatia rimane “sostanzialmente una medicina delle emozioni” che prescinde dalle basi razionali che richiedono effetti rilevabili e misurabili delle terapie. Si ricorda, ancora, che non solo per la scienza, ma anche per la legge gli intrugli omeopatici volti a suscitare “effetti placebo” non sono farmaci, ma “rimedi” per i quali si fa obbligo che rechino sull’etichetta la scritta “senza indicazioni terapeutiche approvate”.

La sentenza precisa anche: “La scienza non è una semplice categoria dell’opinione […] In campo scientifico, o una cosa è oppure non è. Una cura funziona o non funziona, e se funziona bisogna essere in grado di dimostrarlo con puntuali riscontri scientifici muniti di solida base statistica.” (Vedi anche: L’omeopatia non è scienza: parola di giudice, pag. 33 del fascicolo 431, luglio 2004 di Le Scienze - edizione italiana di Scientific American).

Un'altra accusa grottesca rivolta a Piero Angela è quella di non aver invitato degli “esperti” favorevoli all’omeopatia. La sentenza è chiara anche su questo punto: “Superquark non è un talk show, ma una trasmissione di divulgazione scientifica, per cui Angela non era tenuto ad invitare i sostenitori di una tesi opposta”.

Eppure la professoressa Rita Cadoni, nostra socia e coautrice del bel lavoro dal titolo Il caso Benveniste, avendo impiegato a scopo didattico questo articolo, è stata costretta ad ospitare nel suo istituto per “par condicio” la conferenza di una omeopata. Per fortuna gli allievi hanno reagito all’assenza di metodo ed alla mancanza di prove per le affermazioni udite, con acuto spirito critico e con la severità tipica dell’età giovanile: “Sembra una fattucchiera”. 

La scienza, la storia, la geografia, ecc. sono campi della cultura, non fazioni politiche. Il loro valore maggiore consiste nei dati che mettono a disposizione di tutti e nella criticabilità dei risultati e delle teorie, che consente la correzione degli errori. E’ questo che determina il progresso che, caratterizzando le singole epoche, ci fa apparire anacronistica l’applicazione del pensiero magico a campi ai quali si è applicata da secoli la ragione e la critica metodica sulla base della matematica, della fisica, della chimica, della biologia e di tutte le scienze da queste derivate, determinando un’evoluzione caratterizzata da scoperte e invenzioni che spesso hanno cambiato la vita di intere società.

E’ vero che nel mondo esistono ancora gruppi, sette, associazioni e movimenti che sostengono che la terra sia piatta, che nessuno sia mai sbarcato sulla luna ed abbiamo creduto ad un semplice montaggio di immagini televisive, e così via. Ma questo non può e non deve essere sufficiente per cancellare o neutralizzare, con la par condicio del dubbio, secoli di cultura e di civiltà.

L’articolo sul caso Benveniste, che consigliamo di leggere a tutti coloro che non lo avessero ancora fatto, si chiudeva con un elenco di possibili cause che favoriscono il diffondersi di queste pratiche non scientifiche ed anacronistiche; al punto “6” dell’elenco si legge: “L’estensione del paradigma politico-giornalistico alla gestione di ogni forma di sapere”. Proprio questa estensione perversa, che declassa le conoscenze logico-empiriche verificate, controllate e consolidate come patrimonio di civiltà, al livello di una opinione strumentale, appartiene alla mentalità ed alla “cultura” degli accusatori di Piero Angela.

Questa sentenza ci sembra “esemplare” come condanna ulteriore dell’omeopatia, condanna morale che, ancora una volta, non viene eseguita e rimane nella mente delle persone che sanno, così come accadeva un tempo per le malefatte dei tiranni: il popolo le conosceva tanto quanto sapeva che per quelle nessuno avrebbe mai pagato.

 

BM&L- Luglio 2004