IL RUOLO DEL SONNO
NELL’APPRENDIMENTO VOCALE
Nel 2007 la Società Nazionale di Neuroscienze (BM&L-Italia) ha dedicato due aggiornamenti - l’uno dal titolo “Il Sonno e la Memoria”, l’altro “La Memoria e il Sonno”- ai progressi nella conoscenza dei rapporti fra queste due funzioni fondamentali del sistema nervoso e della nostra vita psichica; le schede introduttive di queste due sessioni di studio -consultabili sul sito- tratteggiano in estrema sintesi alcuni temi e problemi della ricerca (la prima) e forniscono un supporto didattico con la classificazione dei tipi di memoria, la discussione della funzione di rinforzo svolta dal sonno e la presentazione dell’ipotesi dell’omeostasi sinaptica (la seconda). Queste letture, insieme con quelle delle note da noi dedicate allo studio della memoria e dell’apprendimento negli uccelli da canto[1], possono bene introdurre i lettori non specialisti al recente lavoro di Sylvan Shank e Daniel Margoliash dell’Università di Chicago.
I due ricercatori, rispettivamente del Department of Psychology e del Department of Organismal Biology and Anatomy, hanno indagato il ruolo del sonno nell’apprendimento vocale del canto in un uccello (zebra finch o Taeniopygia guttata) che costituisce un paradigma riconosciuto per lo studio dell’apprendimento di abilità (Shank S. S. & Margoliash D. Sleep and sensorimotor integration during early vocal learning in a songbird. Nature [Epub ahead of print], 2009).
Sono state esaminate le funzioni dei neuroni del nucleo robusto dell’arcopallio (NRA o RA, nell’acronimo inglese), dei quali è nota la proprietà di veicolare le informazioni relative al canto diurno. La registrazione è stata effettuata durante il sonno, prima e dopo l’esposizione a un “tutor song”.
La notte seguente l’esposizione sono state rilevate profonde modifiche dell’attività di scarica delle cellule RA: il modificarsi degli eventi elettrici è risultato specifico per il canto-tutor, e si è rilevato che questi cambiamenti precedevano le variazioni presenti nel canto del giorno successivo, quale esito dell’avvenuto apprendimento.
Complessivamente i risultati della sperimentazione suggeriscono che la ripetizione delle esperienze sensoriali durante il sonno moduli l’attività delle reti premotorie come parte dell’apprendimento vocale.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
[1] Riferimenti e links
si trovano nella scheda introduttiva dell’aggiornamento “UCCELLI E CERVELLO”,
per recensioni di lavori pubblicati anche di recente si invita a scorrere
l’elenco delle “Note e Notizie”.